Un tatuaggio non è per sempre

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La rimozione dei tatuaggi oggi è sempre più diffusa e si ritiene che circa 1/3 delle persone tatuate decida di rimuoverlo parzialmente o totalmente. Già dagli anni ’70 si sono sviluppate tecniche per rimuovere i tatuaggi, originariamente attraverso metodi dermoabrasivi, successivamente tramite laser non innovativi che emettevano una radiazione continua, ma in ambedue i casi rimanevano cicatrici più o meno evidenti.
 
Al giorno d’oggi, grazie alle nuove tecnologie è stato possibile realizzare dei sistemi per eliminare i tatuaggi in modo efficace e non invasivo. Tutto questo può essere effettuato con l’aiuto di un’importante innovazione: il Laser Q-Switched, che emettendo impulsi di elevata energia, è stato riconosciuto come il miglior laser e rappresenta la soluzione più idonea per la rimozione dei tatuaggi mono e multicolore soprattutto di tipo professionale.
 
Come funziona questa nuova tecnica? Il Q-switching è una tecnica per ottenere impulsi laser ultracorti che utilizzano impulsi ultraveloci; il suo grande vantaggio è quello di agire in modo selettivo sui diversi pigmenti, sfruttando le diverse lunghezze d’onda di assorbimento in modo rapido e preciso, in modo tale da agire sul tatuaggio senza lasciare cicatrici e senza creare danni al tessuto della zona circostante. L’eliminazione del pigmento non è direttamente visibile: il trattamento porta infatti ad un graduale schiarimento del tatuaggio. Il numero di sedute può variare in funzione dei diversi parametri che caratterizzano il tatuaggio (dimensioni, numero di colori, ecc.) È tuttavia fondamentale non esporre la zona trattata ai raggi solari diretti, o comunque è preferibile utilizzare creme solari ad alta protezione.

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